Pavimentazione stradale per i non vedenti

dal Messaggero Veneto del 03/12/2004

È stata adottata lungo un tratto di via Montereale. Soddisfatta l’Unione italiana ciechi

PORDENONE.
La città che cambia è sotto gli occhi di tutti i Pordenonesi. Lavori in corso da mesi sulle strade, code a serpentone di auto, tempi tecnici allungati tra l’ingorgo di polemiche e sbuffate dall’abitacolo quando si cerca il parcheggio che non c’è o l’alternativa al “rallenty” obbligato del ring. Un’ottica di superficie, increspata dalla percezione profonda di una città più vivibile per i disabili.
Un passo avanti nelle pari opportunità, con la nuova pavimentazione “tattiloplantare”. L’Unione italiana ciechi di Pordenone “sente” la città che cambia, come un tessuto urbano più vivibile sulla rete delle strade misurate dai passi dei pedoni con il bastone bianco. “Finalmente la lotta all’abbattimento delle barriere architettoniche sta dando i primi timidi frutti – sottolinea Tullio Frau, responsabile del settore mobilità e barriere architettoniche dell’Uic -. Anche Pordenone ha incominciato, pur commettendo qualche errore ingenuo, la fase di restauro dell’arredo cittadino, pensando anche ai diritti dei cittadini portatori di handicap. In via Montereale è stato realizzato un tratto di pavimentazione tattiloplantare, molto utile per i non-vedenti”. Vicino all’ospedale civile “Santa Maria degli Angeli”, i lati del vialone alberato di via Montereale hanno una pavimentazione particolare: rigata e a bolli, come si dice in gergo. Un manto speciale per i pedoni disabili, capace di lanciare segnali tattili precisi per individuare la fermata dell’autobus, il passaggio zebrato della strada, l’incrocio. “Purtroppo molti automobilisti spesso non gradiscono questi cambiamenti – si rammarica Tullio Frau -. Le isole salvapedone sono davvero importanti: ci consentono di potere attraversare le strade con maggiore serenità. Questo, però, non viene capito e si pensa che sia necessario snellire il traffico dei veicoli, dimenticando che ci sono cittadini che hanno gravi problemi nella mobilità. E’ sufficiente sottolineare che anche l’automobilista diventa pedone, una volta parcheggiata la macchina e quindi può usufruire delle agevolazioni che la città da qualche tempo ci offre”. Chi sta bene, a volte non ci pensa. Da sani non si coglie spesso la dimensione urbana dei disabili, cittadini a pari diritti sulla carta. “La nostra città è abitata da molti invalidi – conclude il referente dell’Uic Frau – e credo di poter dire ai cittadini di Pordenone di provare a pensare alle persone meno fortunate, tutte le volte che parcheggiano auto, moto e biciclette sui marciapiedi. Oppure si fermano in prossimità dei passaggi pedonali, quando c’è qualcuno che vuole attraversare. Se ci fosse un po’ di buonsenso e altruismo da parte di tutti, credo che la città potrebbe essere più vivibile”.
Chiara Benotti

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