Penalizzati soprattutto gli studenti disabili nella fascia dell’obbligo Scuola, tagli ai posti di sostegno

Dal Messaggero Veneto del 09/01/2005

Scuola avara con i disabili. Aumentano gli alunni “H” di venti unità all’anno e la “forchetta” degli organici docenti del sostegno si apre. Cgil lancia
l’allarme integrazione («mancano 40 posti per docenti dell’area H in provincia e le previsioni sui tagli sono pessime») e il presidente dell’Unione italiana
ciechi Luciano Missio non nasconde la preoccupazione («aspettiamo l’effetto della Finanziaria 2005»). «La percentuale dei posti di sostengo nel Pordenonese
è bassa rispetto al fabbisogno – rileva il cigiellino Gianfranco Dall’Agnese -. Le amministrazioni comunali che dovrebbero aiutare le scuole dell’obbligo
fornendo gli assistenti di supporto, hanno difficoltà di budget. Un dato evidente: ci sono alunni che hanno bisogno di un sostegno orario doppio rispetto
a quello assegnato e anche le 138 ore aumentate con i contratti dei dirigenti in organico di fatto, non bastano». Audiolesi e non-vedenti, i ragazzi più
colpiti dai tagli tra i banchi del sostegno. In calo i rapporti 1:1 tra docente e alunno disabile, anche di fronte a gravità certificate. Mancano 40 posti
all’appello 2005, rispetto alle richieste delle scuole e la prospettiva della manovra economica potrebbe spargere lacrime e sangue sull’integrazione in
aula. «Forte è la preoccupazione – conferma il presidente dell’Uic Luciano Missio -, perché riscontriamo un aggravamento nella situazione del sostegno
scolastico dal punto di vista della riduzione delle ore in organico. Riusciamo a tamponare con gli educatori pomeridiani circa 7 casi, ma ce ne sono oltre
20 in provincia che hanno subito un taglio del servizio integrazione nelle statali. Le ore di sostegno si riducono oggettivamente e vedremo la situazione
alla luce della manovra economica 2005, comunque ci stiamo attrezzando per aumentare gli interventi dell’Uci laddove il servizio scuola flette. Ci chiediamo
se in futuro ci saranno risorse e quanto gli enti locali e le cooperative potranno offrire: auspichiamo la sensibilità della Regione Friuli». Il punto
debole, le superiori e alcuni territori della provincia. Massima concentrazione dei disabili negli istituti professionali: per esempio l’Ipsia “Freschi”
di San Vito al Tagliamento raggiunge il tasso provinciale più alto di studenti disabili, pari al 5.3%. L’Ipsia “Zanussi” di Pordenone è tarata al 4.3%
di integrazione, poi al 3.4% segue il professionale ex-Flora di Sacile (aggregato all’Itc “Marchesini”) e l’Isa “Galvani” di Cordenons raggiunge il 2.5%.
Nei licei percentuali ancora al minimo storico (spicca il liceo “Leopardi-Majorana” con 5 diversamente abili iscritti), ma è questione di tempo dicono
gli esperti. Integrazione tendente allo zero nella scuola dell’infanzia dai 3 ai 6 anni, per i rari alunni con deficit iscritti: picco provinciale di massima
nel circolo didattico di Maniago e in quello di Porcia con 3 inserimenti. Nell’area elementare i numeri lievitano: acme a Cordovado (5.33% di alunni disabili),
segue Pinzano (4%), Prata (3.88%), Travesio (3.85%), San Vito al Tagliamento (3.35%), mentre Pordenone raggiunge una media dell’1.6% nei tre circoli didattici.
Percentuali alte nelle medie inferiori: 7.04% di iscritti diversamente abili a Cordovado, seguono Chions (5.12%), Morsano (5%), Zoppola (4.71%), Bagnarola
(4.62%), Meduno (4.32%). A Pordenone i numeri dell’integrazione nella media Centro raggiungono lo zero e 29%, per la “Lozer” di Torre il 2.14% e alla “Pasolini”
il top di 2.50%. «Le scuole in sofferenza maggiore sono le direzioni didattiche, in particolare quella di San Vito al Tagliamento – rileva il sindacalista
Dall’Agnese -. Tra le medie sottolineiamo il disagio di Sacile, Chions, Casarsa e San Vito al Tagliamento. Nel settore superiori, i professionali e l’istituto
d’arte di Cordenons. Le famiglie e associazioni devono farsi avanti per chiedere la copertura necessaria delle ore di sostegno. Le sentenze favorevoli
a livello nazionale ci sono e mettiamo a disposizione il nostro avvocato per dare diritti all’handicap».

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Chiara Benotti